Che cos’è il Ritmo in musica? E il Tempo? Come si misurano? Sono cose che si “calcolano” oppure che si “sentono”? Come si fa a “tenere il tempo”?

Prima ascoltare, poi studiare

Già Agostino di Ippona (il filosofo santo, insomma) lo sapeva bene:

“il tempo? Se nessuno me lo chiede, so cos’è. Se me lo chiedi e devo descriverlo, non lo so più”.

Ma visto che “parlare di musica è come ballare di architettura” (F. Zappa), noi lasciamo da parte i racconti teorici più o meno astrusi (gli scaffali delle librerie e il web pullulano di dotte definizioni), e proviamo a concentrarci su quello che succede quando c’è della musica nell’aria.

Musica vera, aria in movimento, onde sonore che agitano il tuo timpano.

Il Beat

Ogni musica ha una PULSAZIONE REGOLARE SOTTINTESA, quella su cui batti il piede, le mani, schiocchi le dita…

Ognuno di questi battiti viene chiamato BEAT (come quelli del cuore… tanto per rendere l’idea…).

La Misura (o Battuta)

Ciclicamente, un BEAT è più “forte” degli altri: sembra più importante, come se fosse il punto di arrivo di tutti i precedenti (prova a individuarlo battendo le mani mentre tieni il tempo col piede…).

Nella stragrande maggioranza dei casi, questo BEAT “forte” capita una volta ogni quattro:

Contando a partire dal BEAT “forte”, abbiamo così un ciclo di 4 BEAT, che chiamiamo MISURA o BATTUTA  (da non confondere con il singolo battito, che ormai sappiamo si chiama BEAT):

L’indicazione di tempo

A questo punto, un po’ di… matematica!
Se in una BATTUTA ci stanno 4 BEAT, ogni BEAT dura 1/4 di BATTUTA, giusto?
Una BATTUTA intera sarà perciò… 4/4! Ecco cosa vuol dire il famoso “quattroquarti”!!

La INDICAZIONE di TEMPO a inizio pentagramma in questo caso ci dice che il brano sarà strutturato in BATTUTE di 4 BEAT ciascuna.

Il TEMPO è invece la VELOCITÀ del BEAT, calcolata in BPM (BEAT per MINUTO).

Per concludere

Al di là delle informazioni nuove che hai imparato (o che magari conoscevi già, ma su cui avevi bisogno di mettere un po’ di ordine e fare chiarezza), la cosa più importante di questa lezione è un’altra, e se dovessi portarti via una sola “perla” sarebbe questa:

PRIMA c’è l’esperienza, la percezione, la sensazione.
POI razionalizzi e dai un nome a quella esperienza.
La “teoria musicale” è soltanto questo: imparare a dare un nome alle sensazioni che già provi!

Per capirci: c’è un manuale di teoria (di quelli considerati “facili”!!) che quello che abbiamo capito e messo in chiaro oggi lo definisce così:

“l’indicazione di tempo è una frazione che ha al numeratore il numero di beat per battuta, e al denominatore il valore di ciascun movimento”

Che è una definizione corretta, per carità… ma ha senso solo per chi sa  GIÀ di che cosa stiamo parlando!!

Quindi: apri le orecchie, spalanca il tuo ascolto,

chitarra in mano,
buona pratica!

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