Torniamo indietro nel tempo.
Siamo al punto in cui nelle comunità nere il Blues è abbondantemente sul trono, e nella parte più progressiva si è stabilito con autorità anche il Jazz.
Gli anni ’60 sono gli anni della controcultura, delle lotte per i diritti…
… ma mentre i bianchi si sono impossessati del Rock…
… e mentre il Jazz si rivolge a una platea musicalmente impegnata…
qualcosa di nuovo nasce “dal basso” nelle comunità degli afroamericani: il Soul.
Una musica “pop”, da ballare, che prende le forme del “gospel” (i canti di chiesa) e le porta fuori dal territorio del sacro, per trattare tematiche di amore, ribellione, vita vissuta.
Musicalmente, è un approccio molto ritmico, ma mentre nel Rock a dominare sono le chitarre, nel Soul il trono spetta ai fiati (sax, tromba…), e l’approccio generale è molto fisico, fatto per ballare.
Finalmente, è anche un universo musicale dove appaiono tantissime donne.
Sommario
Le madri fondatrici
Aretha Franklin
La più grande di tutti, una delle icone della musica del Novecento:
Etta James
La “madre” di tutti:
The Marvellettes
Un ottimo esempio di come il Soul contamina il pop da classifica già dall’inizio:
I padri
Wilson Pickett
Una grinta fuori dal comune:
Otis Redding
Uno dei più grandi cantanti di sempre:
la Motown
La Motown era una casa discografica che raccolse (e diede voce a) il meglio della Black Music.
Ecco qualche nome.
Marvin Gaye
È un po’ la versione maschile di Aretha Franklin, nel ristretto Olimpo della Black Music:
Stevie Wonder
Genio compositivo, tastierista eccelso, cantante tra i migliori della storia, attivista per i diritti civili:
Verso il Funk
C’è chi vuole “asciugare” ancora di più lo stile, togliere tutti gli orpelli e lasciare soltanto lo stretto necessario per “costringere” il corpo a ballare.
È la nascita del Funk.
James Brown
Volgare, eccessivo. Amatissimo:
La prossima volta vedremo come la trasformazione in musica per ballare si compia definitivamente nella Disco Music e da lì arrivi alle paylist contemporanee…
Sempre grazie!